L’Alphubel, cima decisamente votata ad un approccio scialpinistico, l’avevo vista per la prima volta ormai 6 anni fa in occasione della mia prima visita alla rinomata Saas-Fee. Domina dall’alto tutto il paese ed è circondata da ghiacciai che l’Adamello ed i Forni in confronto sembrano dei cubetti di ghiaccio appoggiati sopra di un iceberg. Non siamo “drogati” (in senso buono) di sci come l’amico Marco, quindi scegliamo per il classico approccio alpinistico.
L’idea della gita in giornata ci viene quando decido di rinunciare, causa restrizioni (che saranno rettificate dai nostri governanti solo il giorno precedente), alla gita CAI Edolo in Adamello. Avendo sia io sia Ivan sabato libero optiamo per incontrarci in Valtellina alle 3:30 di mattina (sveglia per il sottoscritto alle 2:20 pertanto) e di raggiungere Saas-Fee per le 8:30 passando per Milano ed il meraviglioso Passo Sempione.
La giornata è soleggiata, poche nuvole in cielo, ma tempo di raggiungere il pianoro sommitale ecco arrivare, senza poche bestemmie, nebbie e un vento con raffiche ad oltre 100 km/h. La cima l’abbiamo raggiunta, peccato per il panorama mancato. La discesa è più complessa del previsto, le nostre tracce, le uniche, sono già state cancellate dal vento e scendere tra crepacci grossi come condomini in mezzo ad un “total whiteout” è cosa alquanto sconsigliata ai deboli di cuore. Raggiungiamo la funivia che scopriamo essere chiusa per vento solo grazie al super tedesco di Ivan che decide di telefonare a valle.
Scendiamo di corsa per non perdere quantomeno la corsa della prima cabinovia. Sempre un piacere condividere con Ivan, con questo al suo 31mo quattromila, giornate di sano alpinismo come questa. Saas-Fee si dimostra ancora una volta una vera e propria cattedrale, meravigliosa che al confronto i nostri paesi qui sulle Alpi solo possono guardare. Una visione di turismo riuscita, pianificata decenni orsono, oggi porta con sè i frutti maturi di tali decisioni. Noi qui in Val Camonica intanto…