Iniziamo assieme un viaggio attraverso le meraviglie del nostro territorio. In questa prima parte andiamo alla scoperta dei Ghiacciai dell’Adamello.

Luglio 1984, “Vado a sciare in Adamello, vuole venire con me?” queste parole di Papa Giovanni Paolo II, rivolte al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ancora oggi risuonano come il prologo di uno degli incontri più incredibili che le nostre alte terre ricordino. D’altronde l’Adamello 3539m ed il suo immenso ghiacciaio conosciuto come Pian di Neve, o Mandron, è uno dei posti più spettacolari e magici delle Alpi intere ed i panorami che offre hanno poco da invidiare a quanto è possibile godere nei più blasonati gruppi alpini occidentali italiani e svizzeri. Papa Wojtyla vi trascorse le sue vacanze in ben due occasioni, prima nel 1984 e poi nel 1988, quando ancora nel periodo estivo era possibile sciare sui meravigliosi pendii innevati che caratterizzano i dintorni del Rifugio Ai Caduti dell’Adamello, appollaiato su una delle pareti della cima Lobbia Alta 3196m. Questo ricovero d’alta quota, se non si considera il Rifugio Mandron posto nella conca pianeggiante sotto Passo Presena, è l’unico rifugio a servizio degli alpinisti che vogliono esplorare e apprezzare l’immensità del ghiacciaio.
La Prima Guerra Mondiale qui assunse il nome di Guerra Bianca proprio per le battaglie combattute tra italiani e gli imperiali, ma soprattutto contro il freddo, le valanghe ed i crepacci. Mai come oggi è giusto ricordare e parlare di questi luoghi soprattutto per trarre insegnamento dagli errori del passato per un futuro di pace e fratellanza. Il cannone Ippopotamo 149G, trascinato sulle spalle degli Alpini dal fondo valle di Temù e posizionato ormai più di 100 anni fa su Cresta Croce, a circa 3300m di altitudine, è ancora oggi lì a memoria indelebile del terribile significato che avvolge la parola “guerra”. Se allora nell’aria trascinati dal vento rimbombavano i suoni dei cannoni e dei fucili, oggi regnano il silenzio ed un senso surreale di pace.

Durante la stagione invernale il Pian di Neve assomiglia ad un lenzuolo bianco che gradualmente risale verso la cima dell’Adamello. Circondato da cime selvagge che superano di gran lunga i 3000 metri è caratterizzato da un’estensione di circa 14 km2 ed è il più grande Ghiacciaio delle Alpi italiane. Se osservato dalle immagini satellitari è la prima spettacolare macchia di color bianco che si incontra salendo dalla pianura. Proprio per questo motivo è anche uno dei ghiacciai più in sofferenza con una perdita di spessore medio di circa 4 metri all’anno. Il suo destino è segnato, qualche decina di anni e rimarranno solo rocce di granito, o per essere più precisi di tonalite.
I valichi della Lobbia Alta e del Dosson dividono il Ghiacciaio Mandrone dal Ghiacciaio della Lobbia, mentre i valichi Venezia e Valletta lo dividono dal Ghiacciaio Pisgana. A sud fino a circa 30 anni fa era possibile ammirare imponenti lingue di ghiaccio scendere lungo la Val Adamè, la Val Salano e la Val Miller, mentre oggi, a memoria del glorioso passato glaciale, rimangono solo rocce montonate e morene…