Strategica per l’accesso ai ghiacciai dell’Adamello, la val d’Avio durante il primo conflitto mondiale ha visto sui suoi versanti i passaggi di intere truppe alpine, il trasporto dal fondo valle del cannone “Ippopotamo” 149G che oggi risiede su Cresta Croce, immense valanghe tra cui quella di Malga Caldea che causò decine di vittime nei reggimenti alpini, e nel successivo dopoguerra ha rispecchiato la voglia di rinascita dell’economia nazionale tramite lo sfruttamento a fini idroelettrici del proprio bacino imbrifero.

Dal paese di Temù in Alta Val Camonica la Valle d’Avio appare tortuosa, stretta e di difficile accesso. Il tragitto dal fondovalle a Malga Caldea è copribile comodamente in automobile, mentre i 400 metri di salita fino alla piana superiore avviene su strada fruibile solamente da mezzi autorizzati. Da Malga Caldea parte anche il sentiero che con alcuni tratti attrezzati conduce prima al Bivacco Spera e poi alla Bocchetta dei Buoi e alla Bocchetta di Valbione, spartiacque tra la tributaria val Salimmo e la confinante Valle Seria. Dall’arrivo della teleferica Enel una strada sterrata pianeggiante costeggia i primi due bacini idroelettrici, laghetto d’Avio e Lago d’Avio fino allo sbarramento della Diga Benedetto.
L’Adamello appare in tutto il suo splendore e sarà per il visitatore da qui in avanti il protagonista indiscusso del panorama. Superato il bivio per il Passo Gole Larghe, che collega la Val d’Avio con la Val Paghera, la salita prosegue lungo un sentiero fino a Malga Lavedole che con le sue radure e pascoli fertili sovrasta dall’alto i bacini sottostanti. In alto il Pantano d’Avio, il secondo lago più grande dell’intero gruppo adamellino ed il lago Venerocolo, proprio ai piedi della immensa parete nord dell’Adamello.
Per la salita al Pantano si sale verso destra il sentiero che attraversa uno spettacolare boschetto di larici, mentre per il Rifugio Garibaldi, che sorge proprio sulle rive del Venerocolo, si sale a sinistra lungo il cosiddetto “Calvario”, così rinominato dagli Alpini che qui vi trasportarono manualmente l’immenso cannone 149G. Passando accanto alla meravigliosa chiesetta degli Alpini si raggiunge quindi il Rifugio Garibaldi del CAI Brescia situato a 2550 metri di quota; lo spettacolo è garantito. Tutto il sottogruppo del Baitone, l’immensa parete nord dell’Adamello, i laghi Pantano e Venerocolo cullano l’occhio del visitatore. Al rifugio, aperto solamente nel periodo estivo, è possibile gustare piatti tipici e dolci, tutto rigorosamente fatto in casa. In questa piana ai tempi della Grande Guerra sorgeva un immenso villaggio militare ed era l’ultimo avamposto prima delle linee di confine e del fronte bellico sul ghiacciaio sovrastante. Ne sono testimonianza i resti di teleferiche, baracche e materiale che ancora oggi riposano inerti sui versanti e anfratti della valle.
Per chi vuole salire ancora più in alto è possibile ammirare i ghiacciai Pisgana e Pian di Neve salendo ai valichi Venerocolo e Brizio. La salita al Passo Brizio è di stampo alpinistico, mentre quella al Venerocolo è una lunga escursione ad alta quota. La maestosità dell’ambiente è radiante, anche l’occhio più assetato di panorami qui saprà abbeverarsi fino a sazietà. Per chi volesse effettuare un giro ad anello dal Lago Venerocolo è possibile raggiungere il Lago Pantano passando per il passo del Lunedì, mentre gli amanti delle Alte Vie potranno continuare lungo il Sentiero #1 dell’Adamello fino a Passo Premassone e quindi raggiungere i rifugi Gnutti e Tonolini.
Le Dighe della Val d’Avio
Lo sfruttamento idroelettrico della val d’Avio, cui oggi è possibile ammirarne le imponenti opere, è avvenuto per fasi lungo il XX secolo portando la valle a diventare una protagonista nel panorama idroelettrico nazionale. I laghi Avio e Benedetto furono costruiti nel dopoguerra tra gli anni 20 e gli anni 30, mentre i due bacini superiori furono ultimati verso la fine degli anni 50. La vecchia centrale idroelettrica di Temù, oggi in disuso, ha lasciato spazio nel 1984 alla centrale di produzione e pompaggio di Edolo, in grado di erogare 1GWh di potenza, che incanala nelle condotte forzate situate sopra il comune edolese tutte le acque derivanti dalla Val Narcanello, Valle Seria, Valle d’Avio, Val Vallaro e Val Paghera tramite un sofisticato sistema di gallerie. Ad oggi la centrale del Pantano d’Avio che raccoglie le acque dei laghi Venerocolo e Pantano è ancora attiva. La presenza dei bacini idroelettrici a queste quote ha modificato profondamente gli afflussi a valle delle acque di scioglimento garantendo, oltre a potenziale elettrico, anche la regolazione dei livelli di piena dell’Oglio e del Lago d’Iseo.