Itinerario
8-08-2020. La voglia di esplorare le cime meno battute dall’escursionista medio porta inevitabilmente con sè la scoperta dell’ignoto. Non ci sono relazioni, nè tantomeno testimonianze sui social tali da consentire di pianificare un’escursione su una cima come questa. Unica soluzione cercare nell’archivio di fotografie qualche scatto capace di mostrare una possibile traccia di salita.
La Cima Gabriele Rosa 2972m di quota è una delle cime che collegano il Passo Gole Larghe con il Corno Baitone. Senza dubbio la zona più selvaggia e remota dell’Adamello settentrionale. La definisco una trappola per topi: burroni, canalini, sfasciume e nessuna traccia di passaggio umano. I camosci regnano solitari su questi versanti.

Raggiunta la cima scelgo di proseguire verso il Corno Giuello pensando che tenermi in cresta sia la scelta migliore da fare. Mi sbagliavo. Una prima placca di circa 15 metri da disarrampicare mi fa demordere. Senza corda e da solo meglio non sfracellarsi in posti come questo. Perdo circa 30 minuti tornando indietro e traversando circa un centinaio di metri sotto la cresta. La riprendo con fatica e proseguo la traversata fino ad un’elevazione. Davanti a me un burrone; sono almeno 30 metri sopra il passo. Impossibile disarrampicare. Cerco una cengia per perder quota, nulla. Inizio a scendere lungo il crinale. Le rocce si sfaldano, non c’è modo di scendere. Proseguo la discesa cercando un modo per tirarmi fuori da quel postaccio, ma niente. Arrivo il più in basso possibile sul crinale, ma una parete di almeno 100 metri mi blocca la discesa. Non posso fare altro che tornare indietro tenendomi in diagonale sperando in un passaggio. Nulla. Burroni dappertutto. Unica possibilità un canalino di sfasciume stretto e all’apparenza pronto a scaricarmi addosso tonalite e terriccio. Preferisco risalire e tornare sulla cresta circa una cinquantina di metri sotto la G.Rosa. Ritorno sui miei passi pensando stavolta di recuperare il tempo perso scendendo dal Passo Alpini verso il Passo Plate. Lo raggiungo, altro burrone. Ritorno al Passo Gole Larghe e quindi in Aviolo. Giuello la prossima volta non mi freghi…
Dati Tecnici
- Dislivello: 1550m+
- Lunghezza: 15km
- Difficoltà: PD-
Relazione
Raggiungere dalla Val Paghera di Vezza d’Oglio il Rifugio La Cascata a circa 1500m di quota. Salire per facile, ma ripido, sentiero fino al Rifugio S.Occhi all’Aviolo a quota 1920m. Consigliabile affrontare questa salita presto in modo da evitare l’orda di gente che spesso assale questa escursione. Conviene dal rifugio proseguire una manciata di minuti a fotografare e ammirare il meraviglioso Lago Aviolo, spesso caratterizzato da una specchiata del sottogruppo del Baitone scalfito dalle prime luci del giorno. Tornare dal lago al rifugio e salire per sentiero verso destra seguendo le indicazioni del Passo delle Gole Larghe. La salita è lunga e faticosa e consente di guadagnare quota in maniera molto veloce fino al valico posto a quota 2798m. Si attraversa prima un bellissimo boschetto di larici, poi prati e versanti d’alta quota fino ad una morena sassosa dopo il bivio da ignorare per il Passo Plate che va sulla destra.

Raggiunto il Passo delle Gole Larghe 2798m di quota si scende in direzione della Val d’Avio per circa un centinaio di metri lungo il sentiero fino alla conca caratterizzata da grossi sassi. Dalla conca ignorare il sentiero che scende verso la Val d’Avio e girare decisamente a destra puntando un piccolo intaglio che sta sotto la parete E della Cima Gole Larghe. Da lì proseguire in direzione del Passo degli Alpini, affilato intaglio lungo la cresta che collega la Cima Gole Larghe con la G.Rosa. Non salirci direttamente ma rimanere bassi sulla sinistra sempre con ascesa in traverso. Affrontare un canalino in diagonale con qualche passo di arrampicata e fra sfasciumi instabili, ma senza difficoltà di sorta, si raggiunge la Cima Gabriele Rosa 2972m caratterizzata da un piccolo ometto.
Panorama splendido su tutta la Val d’Avio, sulla Valle dei Frati e sulle pareti N e W dell’Adamello, nonchè sulla conca dell’Aviolo con gli omonimi lago e monte. Discesa lungo la medesima via di salita cercando di rimanere il più fedeli possibili al passaggio effettuato in salita in modo da evitare i salti di roccia e i balconi di cui è costellato il versante.
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