20-21/08/2020
Un concatenamento di 4000 con i fiocchi: Dofour 4634m + Zumstein 4563m+ Parrot 4432m+ Corno Nero 4322m + Ludwigshohe 4342m Ormai un po’ mi conoscete, sono un po’ acerbo agli itinerari super affollati della montagna. Sono perennemente alla ricerca di cime e valli selvagge e frequentate solo da pochi avventurieri, tuttavia esistono vie e montagne che seppur famose e scalate da numerose persone meritano di essere comunque salite. La Dufour è la seconda vetta più alta delle Alpi e domina tutto il gruppo del Monte Rosa essendone la cima più alta. La via che abbiamo scelto per la salita è ricaduta non sulla classica e scontata via normale, bensì sulla meravigliosa e imponente cresta Rey che con i suoi quasi 500 metri e difficoltà sostenute ad alta quota (D IV) conduce con una linea direttissima proprio sulla vetta principale. Decidiamo di partire il primo giorno con la prima funivia da Alagna e di salire il più velocemente possibile al bivacco Giordani al Balmenhorn a quota 4167m. Lì avremmo pernottato e quindi il mattino seguente raggiunto l’attacco della via. Avevo già accenni di raffreddore alla partenza da Alagna Valsesia con un po’ di bruciore alla gola e un po’ di nita colante, non ci ho fatto tuttavia molto caso. Raggiungiamo il bivacco dopo solo un’ora e mezza di salita dall’arrivo della funivia Indren. La giornata è fotonica, ma il raffreddore peggiora. Passerò una notte insonne, senza nemmeno chiudere occhio. Non capita tutti i giorni di fare after a quasi 4200 metri di altitudine. La mattina in coma profondo mi faccio coraggio, sono allenatissimo e in super forma, non posso mollare proprio adesso. Sotto la Via Lattea che brilla sulle nostre teste attraversiamo il ghiacciaio fino al colle del Lys e quindi facendoci strada tra crepacci immensi e maestosi raggiungiamo 200 metri più in basso l’attacco della cresta. La via di cresta è costantemente sul III/III+ con brevi tratti di IV che a questa quota diventano impegnativi e faticosi. A farci compagnia un’alba spettacolare, d’altronde a queste quote non ci si aspetta di meno. Cervino, Dent Blanche, Weisshorn, Monte Bianco e Gran Paradiso spiccano dal panorama e dal mare di nuvole. Raggiungiamo la vetta. Uno spettacolo immenso. Indescrivibile. La discesa verso il colle del Papa ci impone massima attenzione, l’esposizione è massima: sulla nostra sinistra scende la più alta parete delle Alpi, un salto di oltre 2300m fino alla base del Rosa a Macugnaga. Disarrampicare sul II / III grado a questa quota si dimostra piuttosto complesso, ma raggiungiamo l’affilata cresta che divide la Dofour dalla Zumstein in poco più di un’ora. Da lì una bellissima salita di ghiaccio e misto sul III ci porta sulla cima della Zumstein, la terza vetta più alta del gruppo. Torniamo letteralmente nella civiltà, gente dappertutto. Carovane e carovane di persone in fila per la Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti. Noi a tutta scendiamo e raggiungiamo concatenando altre tre vette: Punta Parrot, famosa per la sua meravigliosa cresta nevosa affilata, il Ludwigshohe famoso per il salto della sua terminale e il Corno Nero che con la sua paretina di 50° di puro ghiaccio affrontiamo con attenzione sia salendo sia scendendo. Ritorniamo al Balmenhorn e quindi scendiamo alla stazione della funivia, oltre mille metri più in basso. Sono solo le 13:15. Dovremo aspettare un’ora l’apertura della funivia per la discesa. Un’avventura che vale il viaggio e la notte insonne. Si torna a casa contenti, affaticati, ma soddisfatti. Un’esperienza meravigliosa su una via spettacolare e coinvolgente.