Nadelgrat – Dirruhorn, Hobarghorn, Stecknadelhorn, Nadelhorn – Alpinismo in Canton Vallese

Nadelgrat – Dirruhorn, Hobarghorn, Stecknadelhorn, Nadelhorn – Alpinismo in Canton Vallese

11,12-08-24 – AD III+ 2100+

  • Dirruhorn 4035m
  • Hobarghorn 4218m
  • Stecknadelhorn 4240m
  • Nadelhorn 4327m
  • Ulrichshon 3924m

Definirei l’estate 2024 la stagione delle creste d’alta quota. Queste settimane sono letteralmente volate alla ricerca di creste e traversate capaci di liberare i nostri orizzonti e lasciare ampio respiro ai nostri animi desiderosi di avventure inalando aria sottile. Iniziamo con la traversata dei due Fiescherhorn a inizio maggio, proseguiamo con la traversata del Monte Breithorn, poi breve puntata in casa sulle creste di Solda e finiamo con la famosa Nadelgrat, una delle traversate alpinistiche più spettacolari e famose delle Alpi. Con l’amico Marco Trezzi c’è sempre da divertirsi e sperimentare nuove avventure in montagna, una garanzia.

Il meteo sempre incerto per via dell’instabilità pomeridiana sulle alte quote, con sempre presenti rischio temporali e tempeste, ci tiene in scacco fino all’ultimo, poco prima della partenza. La fortuna però è dalla nostra una volta tanto e quindi partiamo dalle nostre valli in direzione St.Nicklaus, piccolo comune che sorge in costa pochi km prima di Zermatt, nel bellissimo Canton Vallese. In Svizzera il mese di agosto è bassa stagione quindi non c’è traffico, non c’è caos e si riesce a viaggiare tranquilli. Raggiungiamo il parcheggio a pagamento (pochi franchi al giorno) alle porte della frazione Gasenried 1600m, pranzo al sacco e quindi zaini in spalla. Il rifugio Bordierhutte 2886m è piccolo, circa 40 posti letto, confortevole, ma tremendamente lontano. Saranno i 1300+ di salita più faticosi dell’anno: prima salita su ripido bosco, poi lieve tratto di piano fino ad Alpja 2099m dove una fontana d’acqua fresca rinfocillerà i nostri animi assetati, quindi su morena ripida raggiungiamo il seracco terminale del Riedgletscher e infine il rifugio. Trattamento pessimo, cibo scadente e di poca quantità. La sveglia obbligata alle ore 2:00 sarà il colpo di grazia. Marco sperimenterà tutto il giorno problemi di stomaco, io di intestino… sarà una giornata lunga e faticosa.

Per via delle condizioni secche il canale di accesso alla Selle è impraticabile, quindi scendiamo alla luce delle lampade frontali sul ghiacciaio perdendo circa 200+, risaliamo su morena al Galenjoch 3301m, quindi fedelmente in cresta al buio della notte, ma accompagnati dalle stelle cadenti, raggiungiamo il Chli Dirruhorn 3889m con qualche passo di II+. Scendiamo alla Selle e quindi finalmente il primo quattromila della giornata, il Dirruhorn 4035m di quota, qualche passo di III+ prima della sommità. Scendiamo al Dirrujoch 3911 e quindi per lunga cresta tocchiamo il secondo quattomila, l’Hobarghorn 4218m. Prima di raggiungere lo Stecknadelhorn 4240m siamo obbligati a scendere all’Hobargjoch 4141m. Infine passando per lo Stecknadeljoch 4212m raggiungiamo l’ultima cima, il Nadelhorn 4327m.

Lungo tutta la traversata ci accompagneranno un’alba spettacolare e incredibili visioni del Dom, del Weisshorn e del Cervino. Sempre una meraviglia aver la fortuna di vivere questi luoghi da alpinisti in completa solitudine, a parte i problemi di diarrea e di nausea.

Scendiamo al Windjoch 3847m pensando di riuscire a scendere sul ghiacciaio, ma la terminale è aperta, richiede un salto di oltre 5 metri, mentre la parete è completamente ghiacciata. Siamo soli, non c’è anima viva davanti a noi. Decidiamo di salire perciò al passo e quindi all’Ulrichshon 3924m e di portarci sul ghiacciaio sottostante sfruttando la sua parete est più morbida e meno ripida. Il ghiacciaio è coperto da neve marcia, inconsistente anche se sono solo le 10 di mattina, sarà una discesa da panico paura. Finisco con una gamba in un crepaccio, senza conseguenze fortunatamente, poi seguendo il più possibile la logica del ghiacciaio cerchiamo su superare il plateau innevato. Ogni passo richiede attenzione e un incrocio di dita. Discesa interminabile, impiegheremo ore a trovare la via sicura per tornare al rifugio e quindi la lunga discesa a valle.

Nota di fondo: il rifugista la sera stessa ci aveva comunicato che l’accesso alla Selle era sì compromesso, consigliandoci correttamente la salita al Galenjoch, tuttavia aveva anche confermato che la terminale del Windjoch sul Riedgletscher fosse chiusa e il ripido pendio ancora ben innevato e praticabile, nonché che il ghiacciaio fosse sicuro e in ottime condizioni. Queste informazioni completamente errate denotano l’incompetenza e la superficialità di questa nuova gestione del rifugio. Se l’abbiamo portata a casa è solo merito nostro.