Erano tanti anni che non salivo in cima all’Ortles, bisognava rimediare. Occasione colta al volo con il compagno di avventure Marco che è sempre capace di stupire e inventarsi gite scialpinistiche di pregio, lontano dalla ressa e impegnative sia tecnicamente sia fisicamente.
Partiamo da Trafoi a circa 1600m di quota. Giornata calda, leggermente velata. Sci e scarponi a spalle saliamo verso il rifugio Borletti e quindi lungo il vallone risaliamo la morena fino alla spalla soprastante, dove inizia il ghiacciaio. Neve che ci fa sfondare ad ogni passo, la progressione è lenta e faticosa. Sul ghiacciaio sommitale i crepacci sono già tutti aperti, fatichiamo non poco a trovare un passaggio utile per guadagnare il plateau soprastante. Raggiungiamo la vetta in circa 4 ore e 30 dopo quasi 2400+ di salita, ripida, quasi tutta con sci a spalle. Panorama semplicemente unico, difficile trovare di meglio. La Nord del Gran Zebrù è la protagonista del paesaggio. La giornata è radiosa e lo sguardo spazia senza limiti in ogni direzione. Siamo sulla cima più alta delle Alpi ad Est del Bernina. 3905m. Sci ai piedi scendiamo praticamente fino alla lingua che precede il Borletti. Neve tutto sommato buona e sciabile, abbiamo visto di peggio. Giornata di soddisfazione. L’ultima scialpinistica della stagione andava colta al volo. Meglio di così direi che non si poteva fare. Soddisfazione finale i 44 tornanti da Trafoi al Passo dello Stelvio a tutta con il GTD, senza incontrare nessuno di fronte, quindi a tavoletta.