3-04-21
La Val d’Avio d’inverno è una di quelle valli adamelline che scialpinisticamente non hanno mai attirato la mia attenzione. Vuoi per l’antropomorfizzazione dovuta ai bacini, vuoi per le valanghe immense che scaricano i suoi versanti, vuoi per la mancanza di bei boschi da sciare, non avevo mai risalito durante l’inverno la valle. A parte la sciata alla Calotta delle settimane precedenti lungo la Val Salimmo non mi ero mai spinto oltre Malga Caldea. L’avventura inizia alle Gere sopra Temù dove lasciamo la macchina. Con calma, sci a spalle, saliamo verso Malga Caldea e quindi per la ripida e ghiacciata strada raggiungiamo la stazione di arrivo della teleferica Enel. Nel frattempo mi si rompe un rampant. La pelle di foca di uno sci mi si stacca in continuazione. Niente sembra andare per il verso giusto. La piana che costeggia i laghi di Avio la percorro sci a spalle, attraversando immense valanghe capaci di fartela fare nelle mutande solo a vederle, fino a Malga Lavedole. Qui ricalziamo gli sci e saliamo lungo il Calvario fino al Rifugio Garibaldi a 2550 metri di quota. Giornata radiosa: sole, nemmeno troppo freddo e con davanti lo splendore dell’Adamello con linee che purtroppo ancora mi stanno aspettando. Da lì proseguiamo fino al Passo Venerocolo e quindi fino alla Punta Venercolo che con i suoi 3323 metri di quota rappresenta una delle cime più alte dell’intero gruppo adamellino. Discesa dal Pisgana epica, buone condizioni e neve ancora farinosa. Raggiungiamo casa stanchi ma soddisfatti. Ne usciranno oltre 27km di sviluppo e circa 2100metri di salita. Quest’anno va così. C’è chi sta peggio, pensiamo…